«Che gli dei ti benedicano con grande generosità, mio buon amico», esordì Kobbi con un saluto elaborato. «Tuttavia, pare che siano già stati così generosi con te che non hai più bisogno di lavorare. Mi felicito per la tua buona fortuna. Anzi, la vorrei spartire con te. Ti prego, dal tuo ricco borsellino - dico ricco perché altrimenti saresti al lavoro nella tua bottega -, estrai due umili sicli e prestameli fino al termine della festa dei nobili signori di questa sera. Non avrai tempo di sentirne la mancanza, che ti saranno già stati restituiti»…
Non ce lo hai chiesto, ma se dovessimo consigliarti un libro sulla gestione delle finanze personali, ecco che “L’uomo più ricco di Babilonia” di Georges S. Clason sarebbe quel libro.
Scritto all'inizio del XX secolo su una Babilonia che corrisponderebbe a ciò che immagineresti se ti chiedessimo: "Come immagini la Babilonia?" Per noi un misto di astrologia, caldo cocente, abiti lunghi sbrilluccicosi e profumo di sandalo Mesopotamico.
…«Se possedessi due sicli», rispose abbattuto Bansir, «non li presterrei a nessuno - neppure a te, il migliore tra gli amici - poiché sarebbero la mia fortuna, la mia intera fortuna. Nessuno presta la sua intera fortuna, neppure al suo migliore amico».
Un semplice manuale dell’educazione finanziaria da dove emerge come i problemi economici quotidiani non sono cambiati nel corso dei millenni, e sempre di più il concetto di ricchezza misurata sul conto in banca è diventato il peggiore nemico della nostra consapevolezza finanziaria.
Tu, i tuoi soldi, una strana coppia.
Che fatica parlare di soldi, soprattutto dei nostri, quelli che quando apri l’home banking speri siano lievitati per grazia ricevuta, e poi scopri che la Babilonia non esiste per davvero se non nella tua oziosa immaginazione. Su soldi e ricchezza ognuno di noi ha una relazione ambigua senza precedenti vissuti.
Che relazione hai con i tuoi soldi?
Vicki Robin e Joe Dominguez nel libro "Your Money or Your Life" ci spiegano il concetto secondo il quale la nostra ricchezza è fondata sul potere d’acquisto non legata al saldo del conto in banca. Una prospettiva olistica sul benessere finanziario concentrata sulla qualità della vita e sull’equilibrio delle scelte che ti puoi permettere di fare per essere davvero seren@.
Ciao, noi siamo Emanuele e Michele, poveri spregiudicati, ed Entusiasmo Radicale è l’atto notarile confirmatorio che questo concetto “olistico” dei soldi ci piace, forse fino a quando saremo poveri veri e originali.
“Poveri e pazzi” diceva Jack Nicholson in "Qualcuno volò sul nido del cuculo”.
Il denaro non è tutto. Ma…
“Il denaro non è tutto. Ma è abbastanza vicino al bar” diceva Raymond Carver.
La domandona di oggi è: si può parlare di soldi, risparmio, mesopotamia e bitcoin quando gli affitti delle case arrivano a costare metà del tuo stipendio? Oppure quando vai in banca, entri piccolo piccolo, chiedi 120 mila euro e ne devi restituire 210 mila?
I consulenti finanziari dicono che ciò che va giù prima o poi va su…
Su e giù, su e giù…
Il benessere finanziario - che non si chiama tendenziosamente “ricchezza” - deve essere fondato sul potere d’acquisto che non scende sotto una certa soglia della follia etica e morale. Se oltrepassa quel limite dobbiamo rivedere il nostro stile di vita a ribasso fino a quando non tocchiamo terra, e cambiare spiaggia in cerca di un sole migliore.
Amartya Sen, economista e filosofo indiano, ha parlato a lungo di questo argomento consolidandolo nel libro "Development as Freedom”. In 8302093 pagine ci parla di "libertà umane reali” e “capability approach" (teoria delle capacità), secondo cui il benessere di una società non dovrebbe essere misurato solo in base ai beni e servizi che le persone posseggono, ma anche in base alle capacità che hanno di fare scelte e di realizzare le proprie aspirazioni.
La morale democristiana del “oggi abbiamo uno stile di vita alto che i nostri genitori non avevano..” oppure “ci piace la bella vita” non regge… e non regge perché i nostri genitori stringevano la cinta a favore del risparmio, questo sconosciuto alle nostre generazioni. Forse il potere di acquisto era più alto e noi abbiamo maggiori stimoli tecnologici che ci fanno spendere. Ma quindi il problema è dei nostri stipendi e non delle nostre scelte economiche!?! Ok, i nostri genitori non andavano al sushi, ma compravano la casa al mare… erano scelte che potevano prendere…
Per chiudere: il caro “live the moment” delle nostre generazioni X Y e Z dell’alfabeto è un adattamento e non una scelta consapevole. Che sia chiaro.
E’ arrivato il momento di svelarti il segreto della ricchezza.
Dillo, sei arrivat@ fin qui perché ti piacciono i soldi… e vuoi scoprire come diventare ricc@!
Tanto per cominciare bisogna smetterla di spenderli. Un taglio netto ad ogni strisciata di carta, NFC e Satispay. Tornando così alla Babilonia, sole caldo, vestiti sbrilluccicosi.
Chi è causa del suo male pianga se stesso, ma i Bias cognitivi ci fanno lo scherzo. Essi influenzano inconsapevolmente la nostra abilità nel prendere decisioni finanziarie razionali. Ci fanno spendere troppo.
Ecco i 3 Bias che dobbiamo necessariamente conoscere:
1. Iperbolic Discounting
Uno dei bias cognitivi che può essere correlato al comportamento di spesa è noto come "iperbolic discounting", un tipo di bias che purtroppo non c’entra con le offerte bomba della LIDL, e che fa sì che le persone diano priorità alle ricompense immediate rispetto piuttosto che una ricompensa più grande che arriverà in futuro.
2. Peer Pressure
Il "bias della pressione dei pari" (o "pressione sociale") è un fenomeno che può spingere le persone a spendere oltre le proprie possibilità al fine di conformarsi o mostrare uno status sociale.
3. Effetto del Presente
Questo bias fa sì che le persone attribuiscano un peso maggiore alle gratificazioni immediate rispetto a quelle future. Per diventare ricco, potresti dover rinunciare a spendere ora per investire nel futuro. Evita l'impulso di gratificazione immediata e pianifica a lungo termine.
"Astenersi da un piacere che è in nostro potere, o cercare risultati lontani piuttosto che immediati, sono tra gli sforzi più dolorosi della volontà umana". Nassau William Senior
Fino ad oggi avevamo 700 iscritti, di cui molti presumiamo poveri, da domani ne avremo 700 tutti ricchi grazie ai nostri consigli mesopotamici. Ma occhio ai Bias.
Condividi questo post ai tuoi amici poveri… ma non a troppi altrimenti se diventiamo tutti ricchi che senso ha la ricchezza senza la povertà!
Un abbraccio dalla Babilonia ❤️.
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Emanuele & Michele