Nel 2004 perdevamo cinque milioni di euro al giorno, ma quando andai in ufficio in Italia ad agosto non c’era nessuno. Così chiedo: “Ma dove sono tutti?” e mi dicono: “in ferie, ma in ferie da cosa? dico io”.
Sergio Marchionne contro tutti, l’outsider, il manager “ruvido” e tosto come un chiodo da bara. Modello unico per determinazione e coraggio, meno da esempio per la visione del lavoro a 18 ore al giorno never stop weekend. Chi ha lavorato con lui ha umanamente bei ricordi ma meno famiglia.
Sergio Marchionne contro tutti è a tutti gli effetti un uomo morto sul lavoro (leggiti l’edizione aggiornata di Tommaso Ebhardt). Triste, molto triste non riconoscere un ordine di grandezza nelle task nella vita. Forse, però, l’ossessione estrema per il lavoro è lo stesso “motore” V12 purosangue che lo ha reso quel simbolo estremo, con una “legacy” inestimabile verso il mondo del lavoro e dell’economia globale.
Chi cambia le cose si dona alle cose, chi cambia il mondo si dona al mondo, spesso senza compromessi con la propria vita. Se non fosse stato così forse non saremmo qui a raccontarlo, può essere? Non abbiamo una risposta oggi.
I’m a fixer
I’m a fixer, diceva SM quando entrava nella stanza dei problemi e poi lo faceva sul serio. Ad affare General Motors concluso, mandò una lettera ai top manager citando la filosofia africana Ubuntu con la frase: "Io sono perché noi siamo".
Ma cosa gli chiederesti tu ad un uomo del genere?
A noi ci sarebbe piaciuto chiedergli fino a dove una “cultura” (come quella che portava Fiat nei primi anni 2000, al completo congelamento verticale piramidale) possa rappresentare un limite reale alla prosperità manageriale ed economica?
E’ proprio nella pancia di quel “mostro” che ha agito SM per fixare le cose, la cultura.
Un archetipo stallattitico non lontano dal nostro quotidiano. Noi, tu, quelli freschi radicali chic senza giri di parole, con la cultura del riscatto e della concretezza a colazione. SM, noi, tu, contro tutti.
Ciao, siamo Emanuele e Michele, buona festa “del brivido”, Entusiasmo Radicale é una zucca vestita da patata bollente, uno scherzetto non deciso da noi ma dagli altri, dopo quelle volte che tentando di cambiare le cose ci siamo fatti “scaraventare” fuori dai giochi. Fatti realmente accaduti e poco simpatici, a dire il vero.
Volevamo scegliere il meglio per l’organizzazione e qualcuno ha scelto il peggio per noi dunque. Poco male, abbiamo provato il taglio sui nostri capelli.
Abbiamo anche imparato che per cambiare davvero le cose, servono persone intelligenti che ti supportino con un endorsement allineato a quello che fai e con un’alta fiducia, la fiducia è davvero importante. In qualsiasi organizzazione, da soli, non si va da nessuna parte, con un discreto gruppo di seguaci - senza potere decisivo -neanche, anzi peggio.
Sergio Marchionne aveva ragione: “sono ciò che sono grazie a ciò che tutti siamo”, e per noi il senso era proprio questo descritto sopra. SM non era solo ma voluto e sostenuto da persone intelligenti; il resto è storia.
Accountability eats organization for breakfast
“Accountability eats organization for breakfast”, diceva Stefano Aversa (di AlixPartners), raccontando dello stile manageriale di Sergio Marchionne. La capacità di rendere conto delle proprie decisioni e dei risultati ottenuti supera di gran lunga la forza intrinseca dell'organizzazione stessa.
Nella vita, nella famiglia, e nel mondo del lavoro, le decisioni portano conseguenze future quasi sempre incerte per noi stessi e per altri. Rischio, incertezza, paure e valutazione delle probabilità fanno delle decisioni un superenalotto continuo.
Daniel Goldstein offre spunti interessanti su come affrontare questo conflitto e prendere decisioni migliori per il proprio futuro.
Trick, Treating, Emozioni, Paure
Ci sono 2 aspetti che più di altri interferiscono sulle nostre decisioni.
La prima è l’emozione, un tema ben esplorato da Goleman, che per magia della sintesi possiamo riassumere dicendo che: se sei incazzat@, non potrai sicuramente prendere una decisione razionale e lucida. Quindi emozioni possibilmente sotto controllo ma non da eliminare completamente. Le emozioni portano alle intuizioni. Le intuizioni e le decisioni creative ci aprono una gamma di possibilità per innovare, e of course, risolvere problemi.
Il secondo aspetto che di più interferisce sulle nostre decisioni sono le paure. Non sempre le paure sono razionali ma inconsce e spesso insondabili sul proprio futuro. Per millenni abbiamo cercato di darci delle spiegazioni consolatorie, affidandoci prima ai miti e alle leggende, poi alla religione, poi al lume della ragione fino alla psicanalisi.
Negli ultimi decenni, grazie allo sviluppo di tecnologie in grado di sondare l’attività cerebrale come mai prima d’ora, siamo arrivati ad avere qualche certezza in più.
La risposta si trova nelle neuroscienze.
E tra le tante scoperte datoci dalle neuroscienze per contrastare la paura per il futuro e l’ignoto, ce ne sono almeno 3 che dobbiamo conoscere.
1. Meditazione
Base scientifica: Studi in neuroscienze hanno mostrato che la meditazione può contribuire a ridurre l'ansia e lo stress, modulando l'attività in aree del cervello associate con le emozioni e la paura, come l'amigdala.
2. Ristrutturazione Cognitiva
Base scientifica: La terapia cognitivo-comportamentale utilizza tecniche di ristrutturazione cognitiva per aiutare le persone a cambiare i pattern di pensiero negativi.
3. Gratitudine
Base scientifica: Numerose ricerche suggeriscono che esprimere gratitudine può avere un impatto positivo sul benessere psicologico, aiutando a ridurre gli stati di panico e la depressione.
Amelia Earhart, altra aviatrice americana che faceva i giri del mondo in aeroplano, diceva che la decisione più difficile è quella di agire, il resto è solo perseveranza.
La perseveranza è l’ultimo dolcetto di oggi. Essa è importante quanto le decisioni, poiché aiuta a superare ostacoli, a imparare dai propri errori e a mantenere l'impegno verso gli obiettivi desiderati. La capacità di perseverare nelle decisioni importanti è spesso ciò che porta al successo e al raggiungimento degli obiettivi personali e professionali.
In ferie da cosa? Grazie di essere arrivat@ fin qui. Condividi questo pezzo di storia per ricordare ai nuovi amici che arriveranno che se prendi una decisione e rompi le palle le cose succedono sempre.
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Emanuele & Michele