Cosa vuoi, dove vuoi andare, cosa serve per arrivarci. Ah vero, è fine di un luglio di caldo tempesta, ma dove vuoi andare?
Silenzio, leggerezza, rumore bianco (Alexa: rumore della pioggia), respiro solitario come un anello riflesso nel fondale, sole alto che penetra nell’acqua dei buoni propositi. Tutto bene, è la magica estate. E sarà bellissima e leggera, come una Piuma.
Nel frattempo ti abbiamo portato qualche nuova osservazione, ma tu puoi fermare la tua storia con noi oggi.
Tu, noi, e altre circa 600 persone che ci sembra di conoscere 1 ad 1 da sempre ❤️.
Grazie per esserci stat@, ritorniamo ogni 2 mercoledì alle 9:00, da settembre, solita inbox.
Ma se vuoi farti ancora quel pizzico di male, eccoci qui, questa lettura può continuare…
Abbiamo la netta sensazione che almeno l’80% di noi arrivi in questo periodo dell’anno pieno come una botte di mosto di una cantina chiusa per frode fiscale.
Ecco, questa cosa continua a non convincerci, a non rappresentare il meglio alla quale possiamo aspirare. O forse è solo una questione di false aspettative? E tutte quelle facility e commodity tecnologiche e artificiali ci promettono cose false? Prestandosi solo all’economia dei consumi che cambia la forma in velocità solo di se stessa?
Insomma ci tocca correre più di prima nell’ansia dell’ultimo miglio. Tutta questa rivoluzione tecnologica per chi? Per cosa? Allora quel riflesso di luce nell’acqua salata diventa una lieve ma sentita riflessione, e quell’ Entusiasmo Radicale solito diventa un Entusiasmo Equatoriale per l’occasione.
Cominciamo!
La frase “ricaricare le pile” (assieme ad “hai preso la grandine?” e “minkia che caldo”) l’abbiamo già sentita troppe volte nelle ultime settimane, ed è la conferma che abbiamo fallito anche quest’anno, ma la domanda è:
Ci abbiamo provato?
Noi siamo Emanuele Caccamo e Michele Vaccarotto e si, ci abbiamo provato, fallendo spesso. Ma i fallimenti diventano la nostra storia, a ognuno la sua eh. C’è di buono che puoi scegliere se rimanere bloccato in quella storia, continuando a fallire, o cambiare la storia. Milan Kundera nel suo capolavoro scriveva: “La storia è leggera al pari delle singole vite umane, insostenibilmente leggera, leggera come una piuma, come la polvere che turbina nell'aria, come qualcosa che domani non ci sarà più.
Ok, detto fatto che arriviamo anche quest’anno dilaniati alle vacanze, la pausa estiva diventa quel momento per leggere, rilassarsi e pianificare nuovi propositi croccanti da settembre. Se fai i buoni propositi a Dicembre con 2 gradi sotto il sole e il buio alle 16:00 dobbiamo parlarne.
Prendiamo 2 esempi verosimili a noi:
Voglio perdere 150 kg
Voglio smettere di lavorare
Sono risposte e non domande. Partendo dalle risposte generiamo un circolo vizioso in cui, se raggiungiamo il risultato siamo dei grandi. Se non lo facciamo, siamo dei falliti. Viceversa, partendo dalle domande, stimoli le diverse opzioni, creando opportunità per costruire qualcosa di figo.
Il sale nella pasta lo aggiungi dopo se è insipida, il contrario ti toccherà giustificarti, o peggio ancora (ri)buttare la pasta. Ci sono errori rimediabili, altri meno, per quello è importante provarci con astuzia, per prevenire il possibile fallimento, il pericolo, pianificare e concentrarsi sul processo e non sul punto di arrivo. Sulle domande e non sulle risposte.
Dal life design apprendiamo che dobbiamo essere disposti a provare un gran numero di possibilità (e divertirci nel farlo) prima di fare scelte intelligenti su quali cambiamenti ci porteranno a essere più felici nella vita e nel lavoro. Fallendo appunto.
Provando e riprovando, con quella cazzimma ignorante di pancia e razionalità, che dovrà supportarci per tutto il percorso. La letteratura sull’argomento non è ampia, qualcuno dall’Università di Stanford ha tracciato una strada precisa e scientifica. A noi è piaciuta come la interpreta Micaela Terzi.
Poi siamo andati da Eva Martini per farci spiegare meglio come dobbiamo approcciare i nostri croccanti buoni propositi estivi.
Lei ci ha risposto così:
Se c’è una cosa che come coach ho abbandonato da tempo è la filosofia del “Se vuoi, puoi”. A volte vuoi, ma non puoi proprio. A volte vuoi, ma non ci riesci, per problemi molto più grandi di te. Una cosa però l’ho fatta mia: se desidero veramente una cosa, posso certamente saperne di più, informarmi, capirla, andarci a fondo, sperimentarne magari una versione omeopatica, se quella premium ora non posso averla.
Questo approccio l’ho ritrovato diversi anni fa nel libro di Burnett ed Evans “Life Design”: loro lo chiamano prototipare. E’ un concetto che ho fatto mio e che spesso inserisco nei percorsi di Career Coaching: se pensi che un lavoro, un settore, una mansione, possano fare al caso tuo, ma non vuoi mandare all’aria quello che hai oggi inseguendo un’idea nebulosa, allora pensa come un designer.
I designer infatti costruiscono il percorso stesso, lo provano, capiscono se funziona e solo poi lo “approvano”.
Per costruirci questo mindset, consigliano gli autori, è importante allenare queste competenze:
Curiosità: serve per avere sempre voglia di esplorare aspetti nuovi, per andare in cerca di informazioni, per fare le domande giuste (ma anche quelle sbagliate)
Predisposizione all’azione: lanciati, testa, sbaglia, chiedi, prova. Per provare possibili vite future è necessario mettere le mani in pasta (e non si può fare dal divano)
Reframing: questo strumento - presente anche nel coaching - ci aiuta a liberarci da convinzioni limitanti che si trasformano in gabbie dorate dentro alle quali ci chiudiamo da soli (non sono portatə per, sono troppo vecchiə/giovane per, se solo avessi…, ecc.)
Consapevolezza: stai vivendo un processo, che non sarà una linea retta, ma uno scarabocchio incasinato; concentrati sul viaggio perché ad ogni curva scoprirai qualcosa
Collaborazione radicale (embé qui giochiamo in casa): non sei solə. Chiedi aiuto, confrontati, domanda. Linkedin è un ottimo posto per cercare persone che possano essere utili al tuo viaggio, ma lo sono anche le associazioni, i gruppi FB, gli amici del calcetto o le mamme dei compagni di asilo di Pippo. Insomma, tutto il tuo network può essere un pentolone pieno di informazioni preziose!
Fai della tua vita un progetto meraviglioso! Noi di Entusiasmo (Equatoriale) Viscerale Radicale facciamo il tifo (e lo schifo editoriale) per te.
“La vita non è un elenco di risultati. La vita è vivere, essere vivi. Vivere significa crescere, imparare, scoprire e impegnarsi. La parte migliore di un nuovo anno è tutto lo spazio e la possibilità di perseguire domande interessanti e scoprire idee, persone e possibilità di cui non sapevate nulla a Capodanno. È qui che si trova la prosperità”.
Bill Burnett e Dave Evans
Come ha scritto Reid Hoffman, co-fondatore di Linkedin, oggi “viviamo in beta permanente”. Una frase che va dritta al modo di vivere la società in continua evoluzione. La nostra crescita professionale non segue più traiettorie stabili come in passato, la nuova società globale ci richiede la capacità di gestire l’incertezza e continui cambiamenti. Per realizzare i progetti di vita belli belli diventa fondamentale integrare armoniosamente i diversi contesti di vita, lavoro, i valori personali, aspettative e desideri. Il (life) design diventa un approccio interessante che unisce i puntini.
Comunque vada per vivere abbiamo bisogno di lavorare, gli amici della Paypall Mafia lo fanno ancora, in fin dei conti, ma come si fa a lavorare per vivere bene? Con questo idea abbiamo cominciato il nostro percorso più di un anno fa, e per adesso non ci sentiamo di aver fallito.
La pasta tienila sempre un pò indietro, la grinta ignorante invece sempre avanti. Pensa come un designer ammollo nell’acqua del mare.
Buona estate!
Emanuele Caccamo & Michele Vaccarotto