N° 13 // Entusiasmo Radicale | “Carrot on a stick” è un espressione che allude alla possibilità di far muovere un asino facendo penzolare davanti ai suoi occhi un oggetto del desiderio; che però, per funzionare come forza motrice, non deve essere concesso troppo presto.
Posso aggiungerne una al contributo di Eva? RISCHIA E BATTITI PER LE TUE IDEE
Ammetto anche di avere poca voce in capitolo nelle carriere “aziendali”.
Io sono Libero Professionista dal giorno 1 dopo la mia prima esperienza aziendale (uno stage) perché quell’esperienza mi ha insegnato che non sono fatto per strutture solide e quadrate, per una valutazione del lavoro orario e tante altre cose che non ho mai sopportato.
Quello che però amo e che mi ha permesso sempre di distinguermi è sicuramente rischiare, perché solo uscire dalla zona di comfort, rompere le regole (quando serve) permette di dare valore ed essere soddisfatti di lasciare un segno in quello che si fa.
Anche se mi sembra che nelle aziende (normalmente) si dia meno spazio alle idee ma più ai sistemi, sono fermamente convinto che la crescita professionale, e quindi fare un salto di carriera, sia impossibile senza rischio, senza battaglie.
Grazie Simone, questa tua osservazione preme anche su un altro tassello importante sul tema carriera che per antonomasia la si intende “in azienda”, ma in un paese dove la partita iva è diventata la normalità bisogna ripensare questo status. Non a caso il network di cui parla Eva non è di lecchinaggio verso “superiori” e facilitatori interni ma alla rubrica telefonica che ognuno di noi possiede personalmente come asset proprio e inestimabile. Ci portiamo a casa che qui (oggi) la carriera appartiene molto di più a noi stessi e non all’azienda/posizione che raggiungiamo. Pertanto si bisogna avere il coraggio di rischiare e mettersi in gioco in prima persona. Emanuele
Posso aggiungerne una al contributo di Eva? RISCHIA E BATTITI PER LE TUE IDEE
Ammetto anche di avere poca voce in capitolo nelle carriere “aziendali”.
Io sono Libero Professionista dal giorno 1 dopo la mia prima esperienza aziendale (uno stage) perché quell’esperienza mi ha insegnato che non sono fatto per strutture solide e quadrate, per una valutazione del lavoro orario e tante altre cose che non ho mai sopportato.
Quello che però amo e che mi ha permesso sempre di distinguermi è sicuramente rischiare, perché solo uscire dalla zona di comfort, rompere le regole (quando serve) permette di dare valore ed essere soddisfatti di lasciare un segno in quello che si fa.
Anche se mi sembra che nelle aziende (normalmente) si dia meno spazio alle idee ma più ai sistemi, sono fermamente convinto che la crescita professionale, e quindi fare un salto di carriera, sia impossibile senza rischio, senza battaglie.
Grazie Simone, questa tua osservazione preme anche su un altro tassello importante sul tema carriera che per antonomasia la si intende “in azienda”, ma in un paese dove la partita iva è diventata la normalità bisogna ripensare questo status. Non a caso il network di cui parla Eva non è di lecchinaggio verso “superiori” e facilitatori interni ma alla rubrica telefonica che ognuno di noi possiede personalmente come asset proprio e inestimabile. Ci portiamo a casa che qui (oggi) la carriera appartiene molto di più a noi stessi e non all’azienda/posizione che raggiungiamo. Pertanto si bisogna avere il coraggio di rischiare e mettersi in gioco in prima persona. Emanuele
Grazie mille della menzione!
Ciao Raffaele, ti seguiamo. Dovremmooooo farci una chiacchierata.